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"Soppressata"
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Ingredienti:
Polpa di prosciutto
un pezzo di lardo di prosciutto
25 gr. di sale per ogni chilogrammo d'impasto
pepe ad acini
budella di maiale larghe
buccia d'arancia
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Preparazione
Tagliate a mano,
a pezzi piuttosto piccoli, la polpa di maiale, quella più
rosa e scelta del prosciutto, eliminando eventuali filamenti di
grasso e nervetti; pesatela, dopo aver aggiunto piccoli tocchetti
di lardo, quello più duro e roseo e disponetela sulla spianatoia
ben pulita.
Condite la "pannata" con venticinque grammi di sale per
ogni chilogrammo di carne, aggiungete il pepe ad acini ed ammassate
così come fate per la pasta di casa, fino a quando tutti
gli ingredienti saranno ben amalgamati, quindi mettete l'impasto
in una capace insalatiera e lasciatelo insaporire per una notte
alla "serena" cioè all'aria gelida della notte.
Intanto preparate le budella, che a differenza di quelle usate per
la salsiccia, devono essere larghe e tagliate della lunghezza dì
venticinque-trenta centimetri. Se usate quelle sterilizzate, sciacquatele
accuratamente e mettetele a "curare" coperte di acqua
in una ciotola insieme a buccia di arancia, altrimenti pulite quelle
fresche con sale grosso da cucina e crusca, raschiatele con la coda
di un cucchiaio, rigiratele e "curatele" come quelle sterilizzate.
Il giorno seguente, la carne è pronta per essere insaccata:
montate la macchinetta e con essa riempite ad una ad una le budella,
a cui avrete cucito o legato un'estremità. Punzecchiate le
"soppressate" con uno spillo in modo che fuoriesca tutta
l'aria e legate ben stretta l'altra estremità con del cotone
molto forte.
Quando tutte le "soppressate" saranno pronte, appendetele
ad un cerchio di ferro, il "lampadario", e lasciatele
asciugare per tre giorni alla "serena", cioè in
luogo fresco ed aerato, dove possono prendere la gelata notturna.
Trascorso questo tempo, allineate le "soppressate" su
un telo pulito, vicino ad una finestra, adagiatevi sopra una tavola
di legno, poggiate su di essa dei pesi e lasciatele così
sotto pressa per due o tre giorni; quindi riappendetele al "lampadario"
e fatele asciugare fino a quando saranno secche ma ancora morbide
internamente.
A questo punto potete conservarle in vasi di vetro o di coccio smaltato,
come più vi piace, sottolio o sotto sugna.
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NOTE
La "soppressata",
così detta perché deve essere messa sono pressa, è
stata sempre il meglio, il fiore all'occhiello dei prodotti del maiale.
La ragione è facile da indicare: è fatta di carne magra,
poca e rara, nasce da un procedimento antico e laborioso, richiede
attenzioni e trasalimenti durante l'essiccazione e la conservazione,
è destinata alle circostanze e alle persone di riguardo. A
questo si aggiunge oggi la sua rarità, che rischia di farne
lievitare il prezzo a livelli di... oreficeria.
Nonostante qualche difetto di carattere, di supponenza, riteniamo
che la rosea, divina "soppressata" possa diventare il biglietto
da visita della moderna gastronomia molisana, di una gastronomia che
pur legata ad un retroterra alimentare povero e lineare, sa riproporre
motivi di distinzione caratterizzati da genuinità e tono. Per
fare questo è necessario, forse, trovare un nuovo equilibrio
tra antiche regole e produzioni più agili e ampie, capaci di
soddisfare una rinnovata domanda, non solo di ambito regionale.
Nello stesso tempo, andrebbe migliorata la tipicità del servizio
offerto dai ristoranti: la "soppressata" può fare
la sua bella parte.
Non vedremmo male, infine, un'attività promozionale specificamente
mirata a questo mirabile prodotto della gastronomia molisana, avente
un così alto valore di sintesi delle doti tradizionali e nuove
dell'intera cucina molisana. |
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